«L’etica della conoscenza, creatrice del mondo moderno,
è la sola compatibile con il mondo moderno, la sola capace,
una volta compresa ed accettata, di guidare la sua evoluzione»
J. Monod
La scienza, per definizione, progredisce per tentativi ed errori, non è mai dogmatica, ma attraverso un metodo di ricerca, scientifico e sperimentale, produce i solidi mattoni della conoscenza con cui costruire un futuro migliore. Ogni mattone della conoscenza scientifica segue l’etica della trasparenza per consentire che ogni ricerca e scoperta scientifica sia descritta accuratamente e condivisa perché altri scienziati possano sperimentarle e riprodurle. La scienza si basa su ipotesi, dal greco, hypo (sotto) e thesis (posizione) e cioè una supposizione che prelude un ragionamento scientifico.L’ipotesi è dunque il perno della ricerca scientifica e ne ha in larga misura determinato il progresso, abituandoci ad accettare la natura “provvisoria” di ogni teoria scientifica, basata su un’ipotesi momentanea, della quale possiamo stabilire con certezza la veridicità, mediante conferme dell’intera comunità scientifica internazionale. Infine sappiamo , o dovremmo sapere che ogni progetto di ricerca può essere soggetto a cambiamenti.
Una delle metafore più efficaci la dobbiamo a Einstein e Infeld, quando vedono lo scienziato che studia la natura come un curioso che guarda un orologio, lo può aprire e anche smontare, può arrivare a ipotizzare un meccanismo che spiega il movimento delle lancette e il ticchettio, ma non è in grado di stabilire se il suo modello ipotetico corrisponda o meno alla realtà. Per questo l’ipotesi scientifica è lo strumento base per far progredire le conoscenza e gioca un ruolo chiave per raggiungere risultati persuasivi sul piano della comunicazione scientifica e tecnologica.
Poiché la scienza si dedica a comprendere tutta la realtà osservabile in natura e, visto che c’è un’unica natura, non può che esserci un’unica scienza, nell’ambito della quale ci sono stati dei cruciali punti di svolta che hanno dato luogo a grandi cambiamenti che riguardano la visione della natura ma anche la nostra coscienza collettiva, dandoci un nuovo sguardo su noi stessi e chiarendoci il nostro posto nell’Universo.Per questo nessun processo di globalizzazione potrà implicare la scomparsa della biodiversità, e la scienza non avrà mai nulla a che fare con l’intolleranza culturale, ma, al contrario, i fondamenti della conoscenza scientifica non dipendono dai background etnici, politici o religiosi delle persone e, per questo, liberi dai pregiudizi ideologici collettivi che spesso ingabbiano le menti della gente.La scienza consegue risultati perché crea un grandissimo numero di possibilità, in nuovi campi interdisciplinari da esplorare, da cui imparare, e nei quali confrontare la creatività di studiosi di lingue e culture diverse animati dallo stesso entusiasmo e piacere della scoperta perché, come diceva Francesco Bacone “La meraviglia è il seme della conoscenza” che ci consente di conoscere l’inconoscibile.Il grande vantaggio della scienza è il fatto di essere in continua evoluzione perché per definizione deve porsi continuamente domande, ovviamente da verificare e confrontare, piuttosto che accontentarsi solo di darsi risposte anche qualora fossero quelle giuste. E’ molto più interessante e creativo vivere senza certezze, convivendo con il dubbio costruttivo, che aggrapparsi a risposte supponenti o sbagliate.
Inoltre ogni scoperta scientifica è propedeutica al lavoro di altri scienziati che, basandosi sul lavoro dei predecessori, otterranno nuovi progressi.
Per questo non dobbiamo mai dimenticare che la scienza non è una merce ma un enorme valore per l’umanità, perché fornisce soluzioni e perché apre grandi spazi di libertà e condivisione di risultati al di là degli interessi privati, delle nazioni, delle frontiere, delle strettoie della politica, infatti come scriveva Monod (vedi foto) “gli scienziati, come gli intellettuali, non devono essere sul libro paga di nessuno”, come non lo è la nostra Fondazione “Science for Peace.Eu”. La ricerca scientifica infine dovrebbe essere oltre che utile per tutta l’umanità, etica e trasparente, costruita su solide basi metodologiche in cui siano coinvolte, ciascuno secondo il proprio livello di responsabilità i ricercatori, la comunità scientifica internazionale che valuta la ricerca e i comitati etici di vigilanza, avendo sempre come riferimento etico la regola di Ippocrate, ancora valida per tutti i medici: “primum non nocere, secundum sedare dolorem” (per primo non fare male poi calmare il dolore).La scienza, a nostro avviso deve andare avanti e non fermarsi mai, basandosi su un rigoroso metodo scientifico che sia al servizio della nostra millenaria evoluzione, ponendosi domande e dubbi in un processo conoscitivo complesso, che mira a conseguire prove verificabili che non lasciano spazio alle opinioni, procedendo per conoscenze progressive, formulando teorie valide e, soprattutto, avanzando mediante fallimenti e riprese resilienti: “nobody can stop science” perché gli scienziati sono i caschi blu al servizio della conoscenza e del progresso e del benessere globale.Per tutte le ragioni esposte finora la nostra Fondazione ritiene fondamentale la promozione della cultura e della ricerca scientifica; infatti, nel nome di un pensiero globale, noi riteniamo che per affrontare le problematiche etiche e politiche che riguardano la scienza e la tecnologia, è necessario che ci sia una maggiore conoscenza scientifica, soprattutto da parte delle giovani generazioni, senza relegare la scienza al solo dibattito tra esperti. Tale conoscenza permetterà di affinare le capacità di fare scelte di vita consapevoli e sostenibili, comprendendo che, l’equilibrio dell’ecosistema, la salute, la sopravvivenza nostra e del pianeta e le sue implicazioni sociali, dipendono non solo dall’evolvere della ricerca, ma soprattutto dal comportamento di ciascuno di noi.La scienza rende liberi, perché fa guardare lontano e osservare la realtà con uno spirito critico, fuori dalle strettoie e dai condizionamenti di pregiudizi moralistici; spinge a porsi domande, ad analizzare, ad andare oltre a ciò che viene dato per scontato. I veri scienziati infine mettono i loro saper scientifici a disposizione di tutti affinchè essi possano essere confutati e corretti, sostituendo al concetto dogmatico di verità quello molto più scientifico di verosimiglianza che si riferisce a tutto ciò che risulta vero fino al momento in cui può essere smentito attraverso una verifica sperimentale.Sintetizzando il meccanismo che porta alla ricerca e alla conoscenza scientifica Einstein affermava che “La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza.
Infatti alla base della scienza c’è la curiosità dell’individuo verso qualcosa di sconosciuto, c’è dunque l’esercizio del dubbio, da cui scaturisce una spinta all’esercizio della ragione, esplorando.”Il vero ricercatore dunque deve conservare uno spirito indomito di avventura e permettersi una straordinaria curiosità, proprio come ci insegna Isaac Newton, uno dei più grandi scienziati mai esistiti quando, con grande umiltà, afferma “Non so come il mondo potrà giudicarmi ma a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l’oceano della verità giaceva inesplorato davanti a me”.
Per concludere la scienza va finalizzata alla pace e al benessere altruistico globale e solidale, ma tutte queste funzioni richiedono energia biologica e psicologica, cioè cibo per il corpo e per l’anima, che è nostro carburante e che dobbiamo condividere non solo con la nostra microflora intestinale, ma anche con tutti gli altri esseri viventi.Così , tutti insieme con i delegati dei 7 continenti, possiamo salvare il pianeta e il nostro DNA perché è più facile conseguire l’unanimità in un G7 (appunto dei 7 Continenti) che in un G20: mettendo il futuro nelle mani dei giovani e delle donne che hanno un sistema immunitario meno deficitario; fondando il nostro comportamento sulla ripresa e sulla resilienza, che albergano nei due ventricoli del cuore; abbandonando ogni forma di odio e, soprattutto, prendendo esempio dal metodo della ricerca scientifica, che ci insegna a non avere paura dell’ignoto e del futuro. Tutto ciò ci spinge all’incontro con gli altri e con le loro biblioteche di Babele che ci arricchiscono, facendoci uscire dall’Hybris del solipsismo di essere speciali ed irripetibili.